Macchine agricole: il calo dell’export frena la produzione italiana
Il valore complessivo della produzione nazionale di tecnologie per l’agricoltura e per il giardinaggio si avvia a chiudere l’anno con un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, fermandosi a 13,2 miliardi di euro. La flessione dovuta alla contrazione della domanda interna, ma soprattutto al rallentamento dei mercati esteri, i quali contribuiscono in misura significativa al fatturato delle aziende agromeccaniche italiane. FederUnacoma: per la ripresa, necessario attendere la seconda metà del 2025.
Il clima di incertezza sui mercati esteri e sul mercato nazionale si riflette sull’andamento della produzione italiana di tecnologie per l’agricoltura, che si avvia a chiudere il 2024 con un calo significativo rispetto al 2023. Le previsioni dell’associazione dei costruttori FederUnacoma indicano una flessione pari al 19,5%, per un valore complessivo di 13,2 miliardi di euro, vale a dire 3,2 miliardi in meno rispetto all’anno precedente. Il dato relativo alla produzione di mezzi meccanici per l’agricoltura - è stato spiegato questo pomeriggio a Bologna nel corso della conferenza stampa di presentazione di EIMA International tenuta da FederUnacoma - deriva dalla somma delle diverse tipologie di macchine. Le trattrici pesano per poco più di 2 miliardi di euro (-25% rispetto al 2023), le trattrici incomplete e ricambi pesano per circa 1 miliardo (-28,6%), le macchine operatrici e attrezzature rappresentano un valore di 6,2 miliardi (-16,5%), la componentistica di 3,3 miliardi (-17,5%), mentre le macchine per il giardinaggio e la cura del verde contribuiscono per 700 milioni, con una flessione sull’anno precedente del 22,2%.
Sulla contrazione del fatturato nel primo semestre ha pesato la flessione della domanda interna. Il mercato italiano delle tecnologie per il settore primario - che nel 2023 aveva chiuso con un passivo del 12,9% per le trattrici e con cali anche per le altre tipologie di mezzi - nei dieci mesi da gennaio a ottobre registra flessioni ancora più accentuate, con le immatricolazioni di trattrici a -14,6%, le immatricolazioni di mietitrebbiatrici a -31,5%, le trattrici con pianale di carico a -18,2%, i sollevatori telescopici a -14,9% e i rimorchi a -2,4%. I dati relativi alle vendite di macchine e attrezzature per il giardinaggio, elaborati da Comagarden sulla base del gruppo di rilevamento Morgan e riferiti al mese di settembre, sono leggermente più positivi (+1,2%), ma non compensano il forte passivo registrato dal settore del garden nel biennio 2022-2023.
Sul calo della produzione nazionale di macchinari per l’agricoltura ha pesato soprattutto la contrazione della domanda estera, stante la forte propensione delle aziende italiane ad esportare sui mercati globali. Nei primi sei mesi dell’anno - è stato spiegato in conferenza stampa - le esportazioni di trattrici, delle parti di trattrici e delle altre macchine agricole (esclusi i dati sulla componentistica e sul giardinaggio) sono calate complessivamente del 9%, con un valore di 3 miliardi e 408 milioni di euro, mantenendo comunque un saldo attivo della bilancia commerciale pari a 2,2 miliardi. Stati Uniti, Francia e Germania si sono confermati, nell’ordine, come i principali Paesi di destinazione delle tecnologie agricole “made in Italy”, seguiti dalla Turchia che si posiziona al quarto posto. Nel bilancio di fine anno non si prevedono miglioramenti, come emerge anche dal monitoraggio che la Federazione dei costruttori realizza sistematicamente presso le proprie aziende associate. “Nel terzo trimestre di quest’anno - ha osservato la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio - il 70% delle industrie di settore ha segnalato un andamento del fatturato peggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con una prevalenza di aziende che indicano una flessione compresa fra l’11 e il 20%. Secondo il 60% delle case costruttrici censite, un’inversione di tendenza potrebbe concretizzarsi a partire dalla seconda metà del 2025”. “La ripresa potrebbe essere favorita da una stabilizzazione del quadro economico complessivo, ma – ha concluso la presidente di FederUnacoma – per quanto riguarda la domanda interna molto dipende dalla messa a regime del sistema di incentivazione per l’acquisto di macchinari agricoli di ultima generazione».
Gli ultimi Comunicati stampa di FederUnacoma
Il consuntivo di fine anno evidenzia una significativa contrazione delle vendite per tutte le principali tipologie di macchine. La contrazione dovuta all’incremento dei costi di produzione combinato con la difficoltà di accesso al credito da parte degli acquirenti. Trend negativo anche in Europa e Nord America.
La congiuntura economica frena il mercato delle macchine agricole a livello globale, ma la rassegna dell’EIMA, che si è conclusa ieri sera a Bologna, non conosce battute d’arresto e registra il suo massimo storico. Oltre 346 mila presenze, di cui 63 mila estere da 150 Paesi, per conoscere le tecnologie più innovative per ogni tipo di agricoltura. La domanda di meccanizzazione resta potenzialmente molto alta – spiegano gli organizzatori di FederUnacoma – e il mondo agricolo ha bisogno da subito di conoscere le innovazioni e di pianificare i propri investimenti.
Prende il via a Bologna la 46ma edizione dell’esposizione mondiale delle macchine per l’agricoltura 1.750 le industrie partecipanti, delle quali quasi 700 estere, a copertura di ogni segmento di mercato. Modelli di macchine all’avanguardia e sistemi digitali avanzati per un’agricoltura sempre più scientifica, e connessa con il sistema dei servizi e con gli altri settori produttivi.
Il valore complessivo della produzione nazionale di tecnologie per l’agricoltura e per il giardinaggio si avvia a chiudere l’anno con un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, fermandosi a 13,2 miliardi di euro. La flessione dovuta alla contrazione della domanda interna, ma soprattutto al rallentamento dei mercati esteri, i quali contribuiscono in misura significativa al fatturato delle aziende agromeccaniche italiane. FederUnacoma: per la ripresa, necessario attendere la seconda metà del 2025.