Gardening: mercato in calo anche nel primo trimestre 2023
Le vendite di macchine e attrezzature per la cura del verde registrano un passivo del 19,6%, che conferma l’andamento negativo dello scorso anno. Le anomalie meteorologiche e la dinamica inflattiva scoraggiano gli acquisti, anche se un parziale recupero è previsto nel corso dell’anno. L’importanza dell’innovazione tecnologica soprattutto per le manutenzioni urbane, e l’appuntamento con l’evento dimostrativo di DemoGreen (28 e 29 settembre) a San Donato milanese.
Dopo aver chiuso il 2022 con un calo del 15%, il mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde registra anche nel primo trimestre del nuovo anno un andamento negativo. I dati sulle vendite – diffusi dall’associazione dei costruttori Comagarden e dal gruppo di rilevamento Morgan – indicano nel periodo gennaio-marzo un calo delle unità vendute pari al 19,6%, con decrementi vistosi per quasi tutte le tipologie di mezzi. I rasaerba calano del 26,1%, le motozappatrici del 22,7%, le motoseghe del 19, 5%, i decespugliatori a scoppio del 26,9%, gli spazzaneve del 43,6%, e riscontri negativi si registrano anche per altre tipologie di macchine sia professionali che ad uso hobbistico. Fanno eccezione i trattorini, che segnano una crescita dell’11,6%, i ride-on professionali (+17,6%) e i rasaerba robot (+6,7%), mentre stazionario risulta il mercato delle tagliasiepi (-0,4%). Il calo delle vendite, che caratterizza i 15 mesi dal gennaio 2022 al marzo 2023, frena un settore che negli ultimi anni ha registrato un buon andamento, sulla spinta della crescente attenzione per la cura del verde sia da parte delle amministrazioni cittadine sia da parte dei privati e degli hobbisti. L’attuale congiuntura – spiega Comagarden – penalizza gli acquisti perché all’andamento meteorologico anomalo, che ha visto sino a marzo un deficit di precipitazioni piovose e quindi una minore attività vegetativa delle piante, si sono aggiunti l’incertezza economica e la crescita dei prezzi dei macchinari a causa dell’aumento dei costi di produzione. Quote di mercato si prevede possano essere recuperate nei prossimi mesi – sostiene Comagarden – così da ridurre, al netto dell’andamento meteo, il passivo a fine 2023 intorno al 5%, con un numero di quasi 1,3 milioni di unità complessivamente vendute (comprendenti ogni categoria merceologica, dai rasaerba sino ai soffiatori, ai biotrituratori e alle forbici da prato). Un ruolo sempre più importante per il rilancio del settore - ricorda l’associazione dei costruttori - hanno le iniziative promozionali e dimostrative, soprattutto quelle rivolte al pubblico dei professionisti e alle municipalità che debbono investire nel rinnovo del parco macchine. Particolare interesse, in questo senso, riveste l’evento di DemoGreen, la due giorni di esposizione e prove in campo organizzata da DemoGreen srl, che si svolgerà il 28 e 29 settembre prossimo a San Donato (MI) nella bellissima cornice del Parco dei Conigli. Le nuove tecnologie consentono una gestione del verde sempre più intelligente e sostenibile – spiegano gli organizzatori – e questo dovrebbe, al di là dell’attuale congiuntura, dare nuova vitalità al mercato.
Gli ultimi Comunicati stampa di FederUnacoma
La congiuntura economica frena il mercato delle macchine agricole a livello globale, ma la rassegna dell’EIMA, che si è conclusa ieri sera a Bologna, non conosce battute d’arresto e registra il suo massimo storico. Oltre 346 mila presenze, di cui 63 mila estere da 150 Paesi, per conoscere le tecnologie più innovative per ogni tipo di agricoltura. La domanda di meccanizzazione resta potenzialmente molto alta – spiegano gli organizzatori di FederUnacoma – e il mondo agricolo ha bisogno da subito di conoscere le innovazioni e di pianificare i propri investimenti.
Prende il via a Bologna la 46ma edizione dell’esposizione mondiale delle macchine per l’agricoltura 1.750 le industrie partecipanti, delle quali quasi 700 estere, a copertura di ogni segmento di mercato. Modelli di macchine all’avanguardia e sistemi digitali avanzati per un’agricoltura sempre più scientifica, e connessa con il sistema dei servizi e con gli altri settori produttivi.
Il valore complessivo della produzione nazionale di tecnologie per l’agricoltura e per il giardinaggio si avvia a chiudere l’anno con un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, fermandosi a 13,2 miliardi di euro. La flessione dovuta alla contrazione della domanda interna, ma soprattutto al rallentamento dei mercati esteri, i quali contribuiscono in misura significativa al fatturato delle aziende agromeccaniche italiane. FederUnacoma: per la ripresa, necessario attendere la seconda metà del 2025.
Il settore delle macchine agricole è destinato a crescere in modo consistente nei prossimi anni, ma cambierà la geografia dei mercati. Le grandi piazze dell’Europa e del Nordamerica manterranno un alto livello di investimenti per garantire standard qualitativi elevati, e i due colossi asiatici India e Cina tenderanno a stabilizzare la meccanizzazione sui grossi quantitativi raggiunti in questi anni, ma i mercati emergenti saranno quelli del Sud Est Asiatico e dell’Africa. Questo lo scenario descritto questo pomeriggio a Bologna nella conferenza di presentazione di EIMA International, la rassegna mondiale della meccanica agricola, in scena al quartiere fieristico cittadino da domani 6 novembre fino a domenica 10.
La domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere in modo molto consistente - è stato spiegato nel corso della conferenza dalla Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio - in quelle regioni del mondo nelle quali si registra un forte sviluppo dell’agricoltura a causa della crescita demografica, e quindi sono necessarie dotazioni tecnologiche molto maggiori di quelle attuali.
Un Paese chiave - è stato illustrato in conferenza - è l’Indonesia, che già oggi conta quasi 300 milioni di abitanti segnalandosi come uno dei più popolosi al mondo e destinato ad incrementare ulteriormente il proprio peso demografico nei prossimi anni. In Indonesia le importazioni di macchine agricole sono in crescita costante da 15 anni a questa parte, e sono passate da un valore di 140 milioni di euro nel 2009 ad un valore di quasi 700 milioni nel 2023 (crescita media dell’8,6% annuo), con la previsione di ulteriore incremento nei quattro anni prossimi 2024-2027 del 6,7% annuo.
Ma in crescita risultano anche le importazioni di macchine agricole negli altri popolosi Paesi del Sud-est asiatico: il Vietnam (100 milioni di abitanti) prevede incrementi nelle importazioni del 6,2% annuo nei prossimi quattro anni; le Filippine (110 milioni di abitanti) dovrebbero incrementare l’import del 7,8% nei prossimi quattro anni; mentre la Thailandia (71 milioni di abitanti), dopo una crescita molto lenta negli ultimi quindici anni pari ad appena l’1% medio annuo, si prevede passerà nel periodo 2024-2027 ad un incremento annuo del 6,8%.
La variabile demografica è ancora più influente nel continente africano, se è vero che l’Africa Sub-sahariana nel 2050 coprirà da sola il 50% della crescita demografica mondiale. Nel continente africano spicca la Nigeria, che già oggi conta 230 milioni di abitanti e che nel 2050 ne conterà oltre 400 milioni (imponendosi come il terzo Paese più popoloso al mondo), seguita da Etiopia e Repubblica Democratica del Congo, entrambe nettamente oltre i 100 milioni di abitanti e destinate ad una crescita vistosa nei prossimi vent’anni entrando nel novero dei 10 Paesi più popolosi del Pianeta.
In Nigeria appena il 46% delle terre coltivabili è oggi utilizzato - è stato detto nel corso della conferenza - e nella Repubblica Democratica del Congo un esiguo 10% dei terreni arabili è oggi impiegato per l’agricoltura, così che la messa in produzione di nuovi territori rappresenta una priorità per questi come per altri Paesi del continente, con un incremento della domanda di tecnologie nell’immediato futuro (da qui al 2027 l’importazione di macchinario agricolo crescerà del 7% annuo in Etiopia e del 12% in Congo), ma più ancora nell’arco dei prossimi vent’anni.