G7 Giovani, una finestra sulle nuove figure professionali dell’agricoltura
Una tavola rotonda, organizzata nel contesto delle iniziative del G7 Giovani, ha affrontato la questione delle nuove professionalità richiesta da un’agricoltura sempre più innovativa e tecnologica. La necessità di incrementare le rese e preservare le risorse naturali richiede l’uso di sistemi digitali e robotici sempre più avanzati, che già oggi i giovani imprenditori agricoli devono essere in grado di gestire.
È un’agricoltura altamente tecnologica, guidata da robot e intelligenza artificiale, quella che si prospetta per le nuove generazioni, nella giornata di ieri sono stati al centro delle iniziative programmate nell’ambito del G7 Giovani. Tra gli eventi di maggior rilievo, la tavola rotonda sul tema “Intelligenza artificiale e imprenditorialità giovanile nella filiera agrifood”, che ha affrontato la questione della formazione di profili professionali nuovi, modulati sulle specifiche esigenze del comparto agricolo. L’incontro, aperto da un saluto del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, si è svolto su un palcoscenico d’eccezione quale il teatro di Ortigia, dove si sono passati il testimone numerosi autorevoli relatori, in rappresentanza del mondo accademico e imprenditoriale, tra cui Danilo Monarca e Pierluigi Rossi del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali presso Università della Tuscia, Gian Luca Gregori Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Mariateresa Maschio presidente di FederUnacoma e Alessio Bolognesi responsabile FederUnacoma per le aree digital, robotica e Intelligenza Artificiale.
L’agricoltura ha oggi una missione difficile – è stato detto nel corso dell’incontro – quella di accrescere la produzione e insieme di salvaguardare le risorse naturali, prime fra tutte l’acqua e la sostanza organica dei terreni. Per farlo deve gestire parametri estremamente complessi che – ha spiegato nel suo intervento Alessio Bolognesi – richiedono una sempre più spinta digitalizzazione e l’impiego massivo di sistemi di intelligenza artificiale. Sono macchine intelligenti e ad alto automatismo come droni e robot quelle a cui si affida l’agricoltura moderna e che i giovani debbono gestire già oggi e ancor più nel prossimo futuro. L’agricoltura, del resto, è una grande sfida tecnologica ma è anche un viaggio affascinante nel rapporto fra uomo e macchina. «I paesaggi agricoli raccontati dalla fantascienza a partire dall’Ottocento e per tutto il ventesimo secolo – ha detto Mariateresa Maschio – sono oggi divenuti realtà, parlano il linguaggio delle nuove generazioni e le stimolano a progettare il loro futuro in agricoltura, a immaginare scenari ancora nuovi, con tutta la scienza e la fantasia che servono».
I lavori della tavola rotonda sono poi proseguiti con le relazioni di Salvatore Nigro e Miriamo Cresta (rispettivamente CEO di JA-EUROPA e JA Italia); Vitaliano Fiorillo (Direttore Scientifico di Invernizzi Agri Lab); Danilo Monarca e Rossi Pierluigi (Dipartimento Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università della Tuscia); Giuseppa Di Bella (Chimica degli Alimenti, Università di Messina); Cinzia Ingratoci (Diritto della Navigazione, Università di Messina); Filippo Sgroi (Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Università di Palermo); Mario D’Amico (Dipartimento di Agricoltura alimentazione e ambiente, Università di Catania); Carola Valentina Vaglia (Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Pavia); Lucia Marazzi (Servizio Terza Missione, Università di Pavia); Stefano Denicolai (Dipartimento Scienze Economiche Aziendali, Università di Pavia); Dario Ticali (Tecnologie innovative per il monitoraggio ambientale e la valorizzazione del territorio, Università degli Studi di Enna “Kore”); Nardiello Giuseppe (presidente Istituto Tecnico Superiore per le nuove tecnologie della vita); Gini Dupasquier e Camilla Fortunati (rispettivamente Direttrice e Project Leader della Fondazione Ortygia).
Gli ultimi Comunicati stampa di FederUnacoma
La congiuntura economica frena il mercato delle macchine agricole a livello globale, ma la rassegna dell’EIMA, che si è conclusa ieri sera a Bologna, non conosce battute d’arresto e registra il suo massimo storico. Oltre 346 mila presenze, di cui 63 mila estere da 150 Paesi, per conoscere le tecnologie più innovative per ogni tipo di agricoltura. La domanda di meccanizzazione resta potenzialmente molto alta – spiegano gli organizzatori di FederUnacoma – e il mondo agricolo ha bisogno da subito di conoscere le innovazioni e di pianificare i propri investimenti.
Prende il via a Bologna la 46ma edizione dell’esposizione mondiale delle macchine per l’agricoltura 1.750 le industrie partecipanti, delle quali quasi 700 estere, a copertura di ogni segmento di mercato. Modelli di macchine all’avanguardia e sistemi digitali avanzati per un’agricoltura sempre più scientifica, e connessa con il sistema dei servizi e con gli altri settori produttivi.
Il valore complessivo della produzione nazionale di tecnologie per l’agricoltura e per il giardinaggio si avvia a chiudere l’anno con un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, fermandosi a 13,2 miliardi di euro. La flessione dovuta alla contrazione della domanda interna, ma soprattutto al rallentamento dei mercati esteri, i quali contribuiscono in misura significativa al fatturato delle aziende agromeccaniche italiane. FederUnacoma: per la ripresa, necessario attendere la seconda metà del 2025.
Il settore delle macchine agricole è destinato a crescere in modo consistente nei prossimi anni, ma cambierà la geografia dei mercati. Le grandi piazze dell’Europa e del Nordamerica manterranno un alto livello di investimenti per garantire standard qualitativi elevati, e i due colossi asiatici India e Cina tenderanno a stabilizzare la meccanizzazione sui grossi quantitativi raggiunti in questi anni, ma i mercati emergenti saranno quelli del Sud Est Asiatico e dell’Africa. Questo lo scenario descritto questo pomeriggio a Bologna nella conferenza di presentazione di EIMA International, la rassegna mondiale della meccanica agricola, in scena al quartiere fieristico cittadino da domani 6 novembre fino a domenica 10.
La domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere in modo molto consistente - è stato spiegato nel corso della conferenza dalla Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio - in quelle regioni del mondo nelle quali si registra un forte sviluppo dell’agricoltura a causa della crescita demografica, e quindi sono necessarie dotazioni tecnologiche molto maggiori di quelle attuali.
Un Paese chiave - è stato illustrato in conferenza - è l’Indonesia, che già oggi conta quasi 300 milioni di abitanti segnalandosi come uno dei più popolosi al mondo e destinato ad incrementare ulteriormente il proprio peso demografico nei prossimi anni. In Indonesia le importazioni di macchine agricole sono in crescita costante da 15 anni a questa parte, e sono passate da un valore di 140 milioni di euro nel 2009 ad un valore di quasi 700 milioni nel 2023 (crescita media dell’8,6% annuo), con la previsione di ulteriore incremento nei quattro anni prossimi 2024-2027 del 6,7% annuo.
Ma in crescita risultano anche le importazioni di macchine agricole negli altri popolosi Paesi del Sud-est asiatico: il Vietnam (100 milioni di abitanti) prevede incrementi nelle importazioni del 6,2% annuo nei prossimi quattro anni; le Filippine (110 milioni di abitanti) dovrebbero incrementare l’import del 7,8% nei prossimi quattro anni; mentre la Thailandia (71 milioni di abitanti), dopo una crescita molto lenta negli ultimi quindici anni pari ad appena l’1% medio annuo, si prevede passerà nel periodo 2024-2027 ad un incremento annuo del 6,8%.
La variabile demografica è ancora più influente nel continente africano, se è vero che l’Africa Sub-sahariana nel 2050 coprirà da sola il 50% della crescita demografica mondiale. Nel continente africano spicca la Nigeria, che già oggi conta 230 milioni di abitanti e che nel 2050 ne conterà oltre 400 milioni (imponendosi come il terzo Paese più popoloso al mondo), seguita da Etiopia e Repubblica Democratica del Congo, entrambe nettamente oltre i 100 milioni di abitanti e destinate ad una crescita vistosa nei prossimi vent’anni entrando nel novero dei 10 Paesi più popolosi del Pianeta.
In Nigeria appena il 46% delle terre coltivabili è oggi utilizzato - è stato detto nel corso della conferenza - e nella Repubblica Democratica del Congo un esiguo 10% dei terreni arabili è oggi impiegato per l’agricoltura, così che la messa in produzione di nuovi territori rappresenta una priorità per questi come per altri Paesi del continente, con un incremento della domanda di tecnologie nell’immediato futuro (da qui al 2027 l’importazione di macchinario agricolo crescerà del 7% annuo in Etiopia e del 12% in Congo), ma più ancora nell’arco dei prossimi vent’anni.