EIMA International 2024, un evento di caratura internazionale
La 46ma edizione della grande rassegna della meccanica agricola è stata presentata oggi a Saragozza nella cornice della Fiera internazionale FIMA. Alte le aspettative per l’evento bolognese: già 1.400 aziende, 500 delle quali estere, hanno formalizzato la partecipazione. Molti gli espositori e i buyer attesi dalla Spagna. Gli organizzatori di FederUnacoma: il Paese iberico vanta con l’Italia una cooperazione strategica nel settore agromeccanico ed è uno storico partner di EIMA International.
Presentata questo pomeriggio a Saragozza, nell’ambito della Fiera internazionale FIMA, la 46ma edizione di EIMA, l’esposizione delle macchine agricole organizzata dalla federazione dei costruttori italiani FederUnacoma, che si svolgerà alla fiera di Bologna dal 6 al 10 novembre prossimo. Nel corso di una conferenza stampa, il responsabile organizzativo della rassegna bolognese Davide Gallarate ha illustrato i dati tecnici della manifestazione, divenuta uno dei principali appuntamenti per il settore a livello internazionale. Dopo il successo dell’edizione 2022, che ha segnato il record storico di affluenza con 327 mila visitatori - ha spiegato Gallarate - le aspettative sono alte per l’edizione di quest’anno, giacché sono più di 1.400 le industrie espositrici che hanno già formalizzato la propria partecipazione, e molte sono le richieste che continuano a pervenire presso gli uffici della Federazione. Confermata la caratura internazionale dell’evento, che dovrebbe contare non meno di 500 industrie estere, un pubblico di operatori economici e imprenditori agricoli da 150 Paesi, una presenza di delegazioni ufficiali – organizzate in collaborazione con l’Agenzia italiana per il commercio estero ICE – da oltre 80 Paesi. La rassegna si articola in 14 settori di specializzazione (dalle trattrici alle macchine operatrici, dalle attrezzature per la lavorazione del terreno ai mezzi specializzati per la zootecnia e la forestazione) e in cinque saloni tematici, dedicati rispettivamente alla componentistica, alle bioenergie, all’irrigazione, all’elettronica avanzata, al giardinaggio e cura del verde. Insieme all’esposizione statica all’interno dei padiglioni, la rassegna prevede eventi dinamici nelle aree esterne del quartiere fieristico bolognese, in particolare l’arena per lo show dei trattori finalisti del Tractor of the Year, l’area dimostrativa per le filiere bioenergetiche, l’area per le prove dei mezzi per la cura del verde, e il nuovo spazio denominato REAL, dedicato ai robot, ai droni e ai sistemi ad alta automazione specifici per l’agricoltura. Grande rilievo verrà dato ai temi tecnici, economici e politici riguardanti l’agricoltura e la meccanizzazione, con un calendario che nei cinque giorni della rassegna vedrà non meno di 150 eventi, fra conferenze e workshop. Nel ringraziare l’organizzazione del FIMA per l’ospitalità e la preziosa collaborazione, Davide Gallarate ha ricordato come la Spagna sia un partner storico per la rassegna bolognese, che nella scorsa edizione ha visto la partecipazione di 55 case costruttrici e di 3.300 visitatori provenienti dalla Spagna, che rappresentano una delle componenti più numerose del vasto pubblico di EIMA International.
Il mercato mondiale della meccanica agricola – questo è emerso nel corso della conferenza – è in una fase delicata, caratterizzata da una domanda potenzialmente molto elevata ma anche da una congiuntura economica e geopolitica non favorevole. L’andamento delle vendite di trattrici a livello europeo ha evidenziato una sostanziale stabilità del mercato tedesco e francese, che si sono confermati sugli stessi volumi del 2022, e una flessione per Italia (-12.9%) e Spagna (-14,5%).
Tuttavia, i dati del Ministero spagnolo dell’Agricoltura indicano che, a fronte del calo registrato nel segmento dei trattori, il Paese iberico ha comunque visto un incremento delle compravendite relative alle macchine operatrici. Le attrezzature per la semina sono cresciute del 40,9%, i mezzi per la lavorazione del terreno hanno segnato +32,5% e quelli per la raccolta hanno incrementato del 31%; tra le tecnologie censite dal Ministero – è stato spiegato nel corso dell’incontro – solo le macchine per i trattamenti fitosanitari risultano in calo, sia pure leggero (-6,6%).
La vocazione produttiva dell’agricoltura spagnola è per molti aspetti simile a quella italiana – è stato infine ricordato – e per questo è molto importante storicamente la cooperazione tecnica e commerciale fra i due Paesi. Con un valore complessivo pari ad oltre 263 milioni di euro, generato dalle esportazioni di trattori (112,2 milioni) e macchine agricole (151,6 milioni), la Spagna è stata nel 2022 il quinto mercato di destinazione delle tecnologie italiane made in Italy. Le più recenti rilevazioni Istat riferite al 2023, quelle relative ai mesi da gennaio ad ottobre, fissano l’export italiano complessivo di macchinari per l’agricoltura a circa 234 milioni di euro, in crescita del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’incremento, che conferma la Spagna nella “top ten” dei nostri partner, ha interessato soprattutto la voce trattori (+19,5% per un valore totale di circa 105 milioni), mentre l’export relativo alla più ampia categoria delle macchine agricole ha sfiorato i 129 milioni di euro, rimanendo sui valori dell’anno precedente.
Gli ultimi Comunicati stampa di FederUnacoma
La congiuntura economica frena il mercato delle macchine agricole a livello globale, ma la rassegna dell’EIMA, che si è conclusa ieri sera a Bologna, non conosce battute d’arresto e registra il suo massimo storico. Oltre 346 mila presenze, di cui 63 mila estere da 150 Paesi, per conoscere le tecnologie più innovative per ogni tipo di agricoltura. La domanda di meccanizzazione resta potenzialmente molto alta – spiegano gli organizzatori di FederUnacoma – e il mondo agricolo ha bisogno da subito di conoscere le innovazioni e di pianificare i propri investimenti.
Prende il via a Bologna la 46ma edizione dell’esposizione mondiale delle macchine per l’agricoltura 1.750 le industrie partecipanti, delle quali quasi 700 estere, a copertura di ogni segmento di mercato. Modelli di macchine all’avanguardia e sistemi digitali avanzati per un’agricoltura sempre più scientifica, e connessa con il sistema dei servizi e con gli altri settori produttivi.
Il valore complessivo della produzione nazionale di tecnologie per l’agricoltura e per il giardinaggio si avvia a chiudere l’anno con un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, fermandosi a 13,2 miliardi di euro. La flessione dovuta alla contrazione della domanda interna, ma soprattutto al rallentamento dei mercati esteri, i quali contribuiscono in misura significativa al fatturato delle aziende agromeccaniche italiane. FederUnacoma: per la ripresa, necessario attendere la seconda metà del 2025.
Il settore delle macchine agricole è destinato a crescere in modo consistente nei prossimi anni, ma cambierà la geografia dei mercati. Le grandi piazze dell’Europa e del Nordamerica manterranno un alto livello di investimenti per garantire standard qualitativi elevati, e i due colossi asiatici India e Cina tenderanno a stabilizzare la meccanizzazione sui grossi quantitativi raggiunti in questi anni, ma i mercati emergenti saranno quelli del Sud Est Asiatico e dell’Africa. Questo lo scenario descritto questo pomeriggio a Bologna nella conferenza di presentazione di EIMA International, la rassegna mondiale della meccanica agricola, in scena al quartiere fieristico cittadino da domani 6 novembre fino a domenica 10.
La domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere in modo molto consistente - è stato spiegato nel corso della conferenza dalla Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio - in quelle regioni del mondo nelle quali si registra un forte sviluppo dell’agricoltura a causa della crescita demografica, e quindi sono necessarie dotazioni tecnologiche molto maggiori di quelle attuali.
Un Paese chiave - è stato illustrato in conferenza - è l’Indonesia, che già oggi conta quasi 300 milioni di abitanti segnalandosi come uno dei più popolosi al mondo e destinato ad incrementare ulteriormente il proprio peso demografico nei prossimi anni. In Indonesia le importazioni di macchine agricole sono in crescita costante da 15 anni a questa parte, e sono passate da un valore di 140 milioni di euro nel 2009 ad un valore di quasi 700 milioni nel 2023 (crescita media dell’8,6% annuo), con la previsione di ulteriore incremento nei quattro anni prossimi 2024-2027 del 6,7% annuo.
Ma in crescita risultano anche le importazioni di macchine agricole negli altri popolosi Paesi del Sud-est asiatico: il Vietnam (100 milioni di abitanti) prevede incrementi nelle importazioni del 6,2% annuo nei prossimi quattro anni; le Filippine (110 milioni di abitanti) dovrebbero incrementare l’import del 7,8% nei prossimi quattro anni; mentre la Thailandia (71 milioni di abitanti), dopo una crescita molto lenta negli ultimi quindici anni pari ad appena l’1% medio annuo, si prevede passerà nel periodo 2024-2027 ad un incremento annuo del 6,8%.
La variabile demografica è ancora più influente nel continente africano, se è vero che l’Africa Sub-sahariana nel 2050 coprirà da sola il 50% della crescita demografica mondiale. Nel continente africano spicca la Nigeria, che già oggi conta 230 milioni di abitanti e che nel 2050 ne conterà oltre 400 milioni (imponendosi come il terzo Paese più popoloso al mondo), seguita da Etiopia e Repubblica Democratica del Congo, entrambe nettamente oltre i 100 milioni di abitanti e destinate ad una crescita vistosa nei prossimi vent’anni entrando nel novero dei 10 Paesi più popolosi del Pianeta.
In Nigeria appena il 46% delle terre coltivabili è oggi utilizzato - è stato detto nel corso della conferenza - e nella Repubblica Democratica del Congo un esiguo 10% dei terreni arabili è oggi impiegato per l’agricoltura, così che la messa in produzione di nuovi territori rappresenta una priorità per questi come per altri Paesi del continente, con un incremento della domanda di tecnologie nell’immediato futuro (da qui al 2027 l’importazione di macchinario agricolo crescerà del 7% annuo in Etiopia e del 12% in Congo), ma più ancora nell’arco dei prossimi vent’anni.